A Vicenza ci sono due opere da non perdere di Paolo Caliari, meglio noto come Paolo Veronese, che il famoso artista, che lavorò gran parte della sua vita a Venezia, realizzò per due edifici sacri della città.
Scopriamoli insieme:
L’Adorazione dei Magi nella chiesa di Santa Corona
Per la duecentesca Chiesa di Santa Corona, Paolo Veronese dipinse una Adorazione dei Magi, che gli fu commissionata da Marcantonio Cogollo, e realizzata tra il 1573 e 1575. Cogollo era un uomo d’affari che gestiva diverse attività, tra cui quella del commercio della lana e dei tessuti.
In questa tela infatti Veronese è stato abilissimo nel dipingere gli abiti dei Magi, con quel gusto per gli oggetti e i tessuti di lusso che è tipico delle sue opere. La Serenissima nel ‘500 aveva costruito le sue fortune sul commercio dei beni di lusso e Paolo divenne un interprete abilissimo dei suoi splendori.
Qualche curiosità…
– Nel dipinto spicca una struttura in legno che avvolge un tempio antico. Viene interpretata come il simbolo della nuova religione cristiana che, avvolgendola, supera la religione degli antichi.
– Nel re Magio al centro la tradizione vuole che sia rappresentato il committente e infatti se lo guardate bene, il volto è ben definito, sicuramente si tratta di un ritratto.
– I colori sono strabilianti: Veronese li accosta senza fonderli, in modo che essi si esaltino reciprocamente, generando una luminosità molto chiara. Nell’Ottocento molti artisti, tra cui Delacroix, prenderanno a modello le opere di questo artista.
Il Convito di Gregorio Magno nel refettorio della Basilica di Monte Berico
I banchetti sacri e le ultime cene, sono uno dei temi più importanti nella pittura di Paolo Veronese. Egli dipinse numerose Cene, che si trovano oggi nei più importanti Musei d’Italia e del mondo e a cui si dedicò per gran parte della sua carriera. Una delle Cene più famose si trova alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (La Cena in casa di Levi) e costò a Paolo Veronese un processo presso il Tribunale dell’Inquisizione.
Anche il Convito di san Gregorio Magno, che si trova nel santuario di Monte Berico a Vicenza, ha un primato: è infatti l’unica grande Cena dell’artista rimasta nella sua collocazione originale, cioè il refettorio dei Frati.
Ecco quindi un buon motivo per cui vale la pena vedere questo capolavoro!
La tela rappresenta l’episodio della vita di san Gregorio Magno in cui Gesù comparve alla sua tavola, in veste di pellegrino, per premiare il pontefice per la sua carità nell’ospitare ogni giorno alla sua tavola dodici poveri. Sotto un imponente colonnato, che ricorda moltissimo i portici palladiani di Palazzo Chiericati, si sviluppa una lunga ed affollata tavola al cui centro si trova Gregorio Magno. Alla sua destra Cristo gli rivela la sua natura mostrandogli il suo vero volto sulla superficie di un piatto in argento.
Qualche curiosità…
– Tra tutte le figure che affollano il dipinto spicca un frate vestito di nero: si tratta del priore del convento nonché committente, Damiano Grana, originario di Verona, come l’artista, e uomo di grande cultura e amante dell’arte. Alcuni lo ritengono addirittura parente di Paolo Veronese, anche se non ci sono fonti che lo confermino.
– Proprio vicino al nostro priore, esempio di virtù e moralità, compare la scimmia, simbolo dei vizi umani, che però è incatenata.
– Nel 1848, durante i moti risorgimentali, un soldato austriaco lacerò la tela a colpi di baionetta in 32 pezzi. Fu l’imperatore Francesco Giuseppe a farla restaurare a sue spese e a farla ricollocare nel 1858 al suo posto. Attualmente l’opera è in corso di restauro.
Spero che queste opere da non perdere di Paolo Veronese a Vicenza, ti abbiano incuriosito e che verrai presto a vederle dal vivo.